L'osservatorio CALET ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale.

Lunedì, 24 Agosto 2015
L'osservatorio CALET, cui il nostro Dipartimento ha fornito un contributo significativo, ha raggiunto la ISS a bordo del cargo nipponico HTV-5 “Kounotori” (Cicogna bianca).
Il cargo giapponese HTV-5 con a bordo l'ossservatorio CALET attracca sulla ISS (24 agosto 2015)
 
Lanciato lo scorso 19 Agosto dall’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) con il vettore H2-B dalla base di Tanegashima (Giappone), l’esperimento CALET ha raggiunto oggi, 24 agosto, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove è attraccato alle 12.28 italiane.
Nelle prossime ore un braccio robotico estrarrà CALET dalla stiva del modulo di trasporto HTV-5 e installerà l’apparato sperimentale sulla piattaforma esterna JEM-EF del modulo KIBO sulla Stazione Spaziale dalla quale e’ prevista inviare dati a terra per almeno 5 anni.
 
CALET e’ una missione dell’Agenzia Aerospaziale Giapponese (JAXA) alla quale partecipano l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la NASA. 
 
CALET (CALorimetric Electron Telescope) è il secondo osservatorio spaziale ad essere installato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dopo il lancio di AMS-02 nel 2011.  
 
“Si tratta di un sofisticato apparato sperimentale in grado di identificare particelle e i fotoni di alta energia che provengono dal cosmo”, ci spiega il Prof. Pier Simone Marrocchesi (Universita’ di Siena e INFN-Pisa) che e’ il responsabile scientifico della partecipazione italiana a CALET e co-Principal Investigator della collaborazione internazionale.  
“Da anni si sospetta che gli elettroni di alta energia che raggiungono la Terra siano accelerati da una o piu’ sorgenti astrofisiche relativamente “vicine” (a distanza di qualche migliaio di anni luce). CALET potrebbe essere in grado di effettuare per la prima volta la loro identificazione studiando lo spettro in energia degli elettroni al di sopra di 1 TeV.“
La collocazione dell'osservatorio CALET sulla Stazione Spaziale Internazionale
Il programma scientifico di CALET e’ molto ricco ed include la ricerca di materia oscura, lo studio degli spettri dei nuclei di origine cosmica e la rivelazione dei gamma-ray bursts, ovvero dei lampi di luce di altissima energia ed intensita’ emessi nel corso di fenomeni particolarmente violenti che hanno luogo in alcune sorgenti astrofisiche.
“Oltre all’interesse puramente scientifico, Il livello tecnologico della missione e’ estremamente avanzato”, spiega Marrocchesi “e questo e’ un bene sia per le importanti ricadute tecnologiche per il nostro Paese sia per la partecipazione dell’industria aerospaziale nazionale ad un progetto internazionale di cosi’ alto profilo.”
 
Oltre all’Università di Siena, capofila della partecipazione italiana alla missione CALET, finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana, fanno parte del team italiano ricercatori delle università di Pisa, Firenze, Padova, Tor Vergata e del IFAC-CNR di Firenze. L’esperimento CALET gode dello status di Recognized Experiment presso in CERN di Ginevra che ha fornito fasci di particelle accelerate per le calibrazioni dello strumento.