Via Mattioli, 4
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L’ attività di ricerca è incentrata essenzialmente sullo studio delle risposte degli organismi e delle popolazioni naturali alle alterazioni antropiche legate all’immissione nell’ambiente di sostanze inquinanti di sintesi o naturali, anche nell’ottica di una gestione sostenibile degli ecosistemi. In particolare: studio degli effetti dell’inquinamento su specie “a rischio” (in particolare tartarughe marine, uccelli ) sviluppando una serie di strumenti diagnostici innovativi (biomarkers non distruttivi) per la valutazione dello stato di salute ecotossicologico. Nell’ambito dello studio delle alterazioni antropiche in ambiente marino, dal 2001 ha condotto le prime ricerche sugli effetti degli interferenti endocrini in predatori terminali del Mediterraneo. Ha contribuito con ruolo di primo piano alle prime ricerche a livello Mediterraneo sull’utilizzo di biomarkers per la valutazione del rischio ecotossicologico associato ad attività estrattive on-shore e off-shore di petrolio e gas. Dal 2013 partecipa alle ricerche sull’impatto del “Marine Litter” a livello internazionale.
A partire dal 2012 ha implementato anche la linea di ricerca relativa all’ Agricoltura Sostenibile, con l'obiettivo di applicare metodologie e protocolli ecotossicologici nella valutazione dell’impatto degli inquinanti di origine agricola sulle popolazioni naturali, per contribuire ad una gestione sostenibile delle pratiche agricole (es. rischio tossicologico legato allo smaltimento dei sottoprodotti della frangitura delle olive su organismi del suolo e di acqua dolce; valutazione del rischio tossicologico dei pesticidi su organismi non target quali api, lombrichi, uccelli). Una delle finalità di questi studi è quella di mettere a punto indici e modelli complessi per la valutazione del livello di stress delle popolazioni investigate.