Nuove luci sulla Preistoria europea. Prestigiosa pubblicazione per il gruppo di Preistoria e Antropologia del nostro dipartimento.

Giovedì, 11 Febbraio 2016
Nuove luci sulla preistoria europea

Nuove luci sulla Preistoria europea. 

Il nostro Dipartimento è nel team internazionale che ha pubblicato su Current Biology nuovi sviluppi sulla ricerca genetica delle antiche popolazioni europee.

 

La dispersione degli esseri umani moderni al di fuori dall’Africa fu unica, rapida e avvenne in Asia e in Europa circa 50.000 anni fa. Il continente europeo fu, quindi, popolato da individui con patrimonio genetico uguale a quello dei primi abitanti dell’Asia. In seguito, durante il picco più freddo dell’ultima glaciazione, circa 25.000 anni fa, una parte di questo patrimonio genetico scomparve. Più tardi, circa 14.500 anni fa, la popolazione europea sopravvissuta fu sostituita da un’altra popolazione di differente origine. 

A queste innovative conclusioni porta uno studio internazionale, pubblicato su Current Biology (“Pleistocene Mitochondrial Genomes Suggest a Single Major Dispersal of Non-Africans and a Late Glacial Population Turnover in Europe), a cui hanno partecipato le Università di Firenze e Siena.

Il gruppo di ricerca europeo, guidato dai ricercatori Cosimo Posth e Johannes Krause del Max Planck Institute (MPI) for the Science of Human History in Jena e dell’Università di Tübingen in Germania, è riuscito a ricostruire il genoma mitocondriale completo (mtDNA) di 35 cacciatori-raccoglitori che vissero in Italia, Germania, Belgio, Francia, Repubblica Ceca e Romania tra 35.000 e 7.000 anni fa.

Tre dei campioni umani analizzati provengono da Grotta Paglicci in Puglia, sito archeologico studiato, dal 1971, dall’Università di Siena; le ricerche attuali sono state condotte sotto la responsabilità di Annamaria Ronchitelli (Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente) in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Puglia.

L’analisi genetica dei reperti di Grotta Paglicci è stata coordinata dal Laboratorio di Antropologia Molecolare e Paleogenetica dell'Università di Firenze, diretto da David Caramelli (Dipartimento di Biologia).