
“Ogni contaminante lascia un segno: l’ecotossicologia lo decifra per proteggere ambienti, biodiversità e salute umana.”
L’ambiente è un archivio vivente della nostra storia industriale e agricola: nei sedimenti, nei suoli, nelle acque e negli organismi si accumulano sostanze prodotte, utilizzate e disperse dall’uomo per decenni. Tra queste, i PCB (policlorobifenili), il DDT (diclorodifeniltricloroetano), gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), i PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche), i bisfenoli (es. BPA) e i rodenticidi anticoagulanti (es. brodifacoum) sono contaminanti organici capaci di persistere nell’ambiente, viaggiare per lunghe distanze, accumularsi nei tessuti e minacciare la salute della biodiversità e dell’uomo. Inquinamento, cambiamento climatico e altre pressioni antropiche stanno compromettendo la capacità di adattamento e resilienza degli ecosistemi terrestri e marini.

Il gruppo di ricerca Magiamare Siena https://magiamaresiena.unisi.it/), studia da oltre trent’anni l’impatto di contaminanti storici e emergenti sulla biodiversità marina e terrestre, adottando un approccio One Health che integra salute dell’ambiente, della biodiversità e dell’uomo. Attraverso metodologie non distruttive e analisi chimiche, biologiche e istopatologiche, individua le soglie oltre le quali l’esposizione provoca effetti irreversibili su organismi e popolazioni.
Le attività di ricerca si sviluppano lungo più linee tra loro complementari, con un approccio integrato che combina analisi di laboratorio, monitoraggi sul campo e collaborazione interdisciplinare:
- Biomarker e salute della fauna
In collaborazione con altri gruppi di ricerca, partecipiamo allo sviluppo e all’applicazione di biomarker innovativi per valutare lo stato ecotossicologico e il funzionamento di sistemi fisiologici chiave (immunitario, endocrino, nervoso, detossificante) nella fauna selvatica. Le analisi si basano su campioni non distruttivi, quali biopsie cutanee, penne, sangue, uova non schiuse, escreta, e si integrano con studi di colture cellulari e test in vitro, consentendo di esplorare i meccanismi di risposta agli inquinanti a più livelli biologici.
- Collegamento contaminazione–patologie
In stretta collaborazione con veterinari e patologi, analizziamo il carico di contaminanti in relazione a specifiche cause di morte e a quadri patologici rilevanti, con particolare attenzione a malattie infettive emergenti e ricorrenti, come il Morbillivirus nei cetacei. Questo approccio consente di individuare potenziali interazioni tra stress chimico e suscettibilità alle patologie.
- Test in vitro e modelli predittivi
Utilizziamo colture cellulari di specie bersaglio (es. fibroblasti di cetacei) per valutare le risposte tossicologiche a contaminanti ambientali e naturali, sia singoli che in miscela. I risultati vengono integrati in modelli statistici e teorici per prevedere gli effetti su organismi e popolazioni e per definire valori soglia di hazard utili alla gestione e alla conservazione.
- Monitoraggio integrato degli ecosistemi
Conduciamo indagini su habitat marini (come praterie di Posidonia oceanica, aree marine protette e zone di transizione) e terrestri (frutti selvatici, fauna selvatica), valutando livelli di contaminazione e rischio associato anche in contesti influenzati da attività industriali, agricole e geotermiche.
- Applicazioni gestionali e conservazione
I dati ottenuti sono utilizzati per orientare strategie di conservazione, piani di gestione delle aree protette e politiche di mitigazione del rischio, contribuendo a una gestione più sostenibile delle risorse naturali.